• 15 Settembre 2024

Watchmen: la Recensione del Film. Da Alan Moore a Zack Snyder

Il Film “Watchmen” è l’ambiziosa ma riverente trasposizione cinematografica di Zack Snyder della omonima graphic novel, creata da Alan Moore e disegnata da Dave Gibbons nel 1986; unico romanzo a fumetti a ricevere il premio Hugo circa vent’anni fa è ambientato in un 1985 alternativo dark con Nixon ancora al potere…

Trama, trailer, recensione e curiosità sul film.

Watchmen film fumettistico fantastico con Jeffrey Dean Morgan

Film: Watchmen
Titolo originale: Watchmen
Nazionalità: USA/Gran bretagna
Anno: 2008
Durata: 161 minuti
Genere: Fumettistico
Regia: Zack Snyder
Sceneggiatura: David Hayter, Alex Tse
Fotografia: Larry Fong
Musiche: Tyler Bates
Scenografia: Alex McDowell
Cast: Billy Crudup, Patrick Wilson, Jackie Earle Haley, Malin Akerman, Carla Gugino, Matthew Goode, Jeffrey Dean Morgan
Tratto dal romanzo a fumetti “Watchmen” di Alan Moore & Dave Gibbons.


Trama

E’ l’anno 1985 di una realtà alternativa . Nixon ha evitato il Watergate ed è ancora alla presidenza USA. La guerra del Vietnam è stata vinta dagli americani ma i traumi dei veterani ce li hanno i supereroi chiamati “Watchmen”, i guardiani, che hanno preso sulle loro spalle tutte le scorie della società.

La morte apparentemente accidentale di uno di loro, il Comico (Jeffrey Dean Morgan), insospettisce Rorschach (Jackie Earle Haley) e convincerà i Watchmen a tornare in campo contro una minaccia di proporzioni apocalittiche. Sfruttati dal governo, ma banditi dalla società, si ritrovano a dover salvare il mondo dalla possibilità concreta di una guerra nucleare affrontando anche il pericolo di essere assassinati da un ignoto killer.

Trailer

Guarda il trailer qui

Recensione

I Watchmen, i Guardiani, sono vittime – o rischiano di esserlo – del delirio degli Dèi,sono gli anti-eroi per eccellenza, quelli di cui nessuno vorrebbe prendere il posto perché hanno scrutato dietro il velo e visto la miseria degli uomini.
Chi per un verso chi per un altro, hanno quindi perduto la propria umanità.

Ad esclusione del Dr. Manhattan (Billy Crudup), divenuto arma degli USA in seguito ad un incidente che lo ha reso capace di astrarsi oltre il tempo e lo spazio ritrovandosi una quasi divinità anche di fatto, i Watchmen sono privi di poteri ma hanno delle capacità che li rendono “speciali”: il sociopatico Rorschach conosce profondamente l’orrore umano ed è capace di violenze inaudite, il beffardo Comico è un efficiente killer governativo, il depresso Gufo Notturno II (Patrick Wilson) è ingegnoso, l’arrogante Ozymandias (Matthew Goode) è l’essere più intelligente del pianeta nonché cinico e abilissimo uomo d’affari, la ultrasexy Spettro di Seta II (Malin Akerman) è atletica guerriera e l’unica che può ancora consentire a Dr. Manhattan di accedere all’ultima parvenza di umanità che resta in lui.

Ma i Watchmen, per un interessante gioco di parole, sono anche coloro che lontani dall’Umanità la osservano impotenti (to watch in inglese), come Dèi sconfitti e appassiti, a tratti anche un po’ annoiati. Ricorre in tutta la storia l’orologio: quello da polso (watch) fu la causa della nascita di Dr. Manhattan, mentre la lancetta di un orologio metaforico pone il mondo a soli 5 minuti dalla fine.

Il tempo stesso è un concetto superato da Dr. Manhattan ma a quanto pare anche dal regista, con frequenti ralenti e accelerazioni, aperture di lunghe parentesi per concederci di scrutare nella psicologia dei supereroi.

Diverse scene sono dedicate al personaggio di Dr. Manhattan, la cui natura quasi divina è corredata di richiami biblici, come la scena in cui appare nella posizione del “Gesù crocifisso”, il riferimento al suo disinteresse verso l’Umanità, l’abbandono, l’ira, la compassione verso il miracolo della vita, il sacrificio. La molta attenzione al personaggio e la necessità di contenere il tutto in circa 3 ore penalizzano per forza di cose la natura oscura e tormentata di Rorschach, qui relegata al diario e alle imprese splatter, che nel richiamo divino di Dr.Manhattan incarna colui che rinuncia al Paradiso incapace di accettare i compromessi, il suo diario l’origine della tentazione.

La pellicola del regista Snyder colpisce subito per i titoli di testa, una carrellata storica di circa 6 minuti che presenta eventi significativi dei supereroi illustrando al contempo la fantapolitica di questo passato distopico; si presenta come un frastuono visivo di dissonanze storiche notevoli che però introducono i vari temi che verranno approfonditi lungo il film. Da notare il fotogramma in cui i Watchmen vengono fotografati da Rorschach in un affresco vivente de “L’Ultima Cena” di Leonardo Da Vinci.

Nel fumetto la politica interventista che ha sfruttato le abilità dei Watchmen ha condotto ad un tempo alternativo peggiore del nostro, una distopia, in cui tutto è sbiadito, scarico, sbagliato.
La prima domanda che viene in mente (almeno a me) è a cosa è servita la presenza dei Watchmen, se questo è il risultato. Viviamo dunque nel migliore mondo possibile?

La potenza del film risiede per buona parte nella fedeltà al romanzo e nell’impatto visivo: la fotografia è molto ben curata, stupisce e colpisce quanto i singoli fotogrammi e le sequenze, il chiaroscuro, i colori sembrano richiamare proprio le tavole di un fumetto, da rendere il film una graphic novel animata; a volte si ha l’impressione di scorgere l’inchiostro che disegna le ombre e i netti chiaroscuri, un tocco eccellente che pur artefatto non rende mai gli attori dei pupazzi cartoon come visto in altri comic movies.

Una furbata del regista dato che con una trasposizione riverente criticare il film potrebbe equivalere a criticare il fumetto, ma anche un omaggio reso da un fan di Watchmen quale si professa Snyder, che ha usato le tavole del romanzo come storyboard ed ha voluto però con quest’opera anche consentire agli spettatori “novizi” di trovarsi subito immersi nelle atmosfere del fumetto per uscirne incuriositi.
L’altra domanda che viene in mente infatti è “come sarà l’originale?“. Lo hanno ben previsto quando in occasione dell’uscita del film sono state ristampate 1 milione di copie del romanzo fumettistico, unico nella storia ad aver vinto il premio Hugo nel 1988.

Non avendo letto il romanzo valuto il risultato cinematografico e posso dire che ho apprezzato molto la presenza di un simil-dio nella trama. I supereroi sono stati spesso paragonati a moderni Dèi, noi ne leggiamo le imprese sui fumetti come gli antichi le raccontavano nei miti, quindi perché non avrebbero dovu
to mostrarcene uno che è per davvero quasi un dio, con i relativi dubbi?

I supereroi classici sono umani che hanno superpoteri o marchingegni strani, ma sono sempre esseri umani. I Watchmen invece superano i limiti della natura umana, sia verso l’alto che verso il basso.

Diverse sono le domande poste dalla storia: se esistessero i supereroi come reagirebbe il mondo? Abbiamo bisogno di un dio che ci osserva? La natura umana può essere cambiata o solo tenuta d’occhio?

La trasposizione, che come il fumetto è permeata da riflessioni filosofiche – anche interessanti – dei personaggi perde quota proprio nelle sequenze in cui domina la violenza gratuita, di genere splatter, che non solo disturba ma risulta anche inutile, da dire “Che esagerazione!”
Infatti se viene resa così bene la descrizione concettuale della discesa dei Watchmen nell’abisso e la natura peggiorativa di questo 1985 – tutto quello che la storia ci ha risparmiato qui è realtà – , è superfluo poi esplicitare un qualcosa che per il tipo di soggetto poteva benissimo essere descritta in modo più subliminale, optando ad esempio per inquadrature “fino ad un certo punto” che avrebbero consentito allo spettatore di completare l’azione con la propria fantasia.

Inoltre la scena di sesso con Gufo Notturno II rasenta il ridicolo con una sequenza da cartone animato giapponese, mentre Ozymandias, il superuomo di Nietzsche, è poco più di una comparsa quando invece avrebbe meritato maggiore approfondimento. Lo stesso Gufo Notturno II sembra un secchioncello fin troppo ciccione per entrare nel costume.

Interessanti invece gli evanescenti ragionamenti del quasi-dio, i dialoghi e i dubbi relativi alla metamorfosi di Dr. Manhattan, al suo rapporto con l’Umanità e con Spettro di Seta II; visivamente splendidi i “quadri fumettistici” e la scelta dei colori nelle sequenze su Marte.

Il film stranisce per la sua non conformità alle classiche pellicole USA, tranne in alcune parti, e devo dire la verità, pur non preferendo i fumetti dark la storia prende, i dubbi amletici del simil dio che si interroga sull’Umanità intrigano fino alla fine, sebbene la lunghezza e la sceneggiatura in diverse parti affrettata e confusionaria , rallentata forse troppo nel seguire le sottotrame dei personaggi durante i flashback, l’eccessivo uso del ralenti, rischiano – e ci riescono anche – di far perdere il filo del racconto.

Il finale, diverso rispetto al fumetto, non è inadatto se lo si guarda dal punto di vista concettuale e logico, anzi si inserisce bene nel rispecchiamento biblico con i temi dell’innocenza e la tentazione del sapere; il problema è che proprio il finale è stato girato male: quando il responsabile del complotto esclama “Non sono un cattivo da fumetto” risulta davvero difficile crederci, o forse no dato che sembra aver fatto un gemellaggio con i cattivi della serie James Bond e ho temuto di vedere la Spectre risorgere da qualche monitor.

Il regista ha detto di aver scelto attori non troppo conosciuti per non focalizzare l’attenzione sulla loro storia personale ma forse non si è accorto della somiglianza tra l’attore che interpreta il Comico e Robert Downing Jr., cosa che onestamente distrae un tantino.

Per quanto riguarda la colonna sonora, devo dire che mi ha lasciato qualche perplessità – se racconti una storia in un passato distopico perché poi usare canzoni note della nostra realtà? – ma oltre ad essere un omaggio alla musica dell’epoca, credo rappresenti proprio il contrasto tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo.

La mia impressione è che la gran parte del buono del film sia dovuta al fumetto, si ha la netta sensazione che il romanzo fosse un capolavoro e probabilmente se Alan Moore e Dave Gibbons non fossero mai esistiti e il soggetto fosse saltato fuori direttamente ad Hollywood dalla mente di uno sceneggiatore il risultato sarebbe stato ordinario.

Senza il fumetto come base chissà se sarebbero riusciti a portare avanti le riflessioni sulla natura umana e le domande sulla necessità di un dio, o se avrebbero preferito cedere alla tentazione di uniformarsi alla solita linea Hollywoodiana…

Voto: 8.0


Curiosità

  • L’autore del fumetto, Alan Moore , si è dissociato dal film senza nemmeno vederlo, come ha già fatto per altre opere cinematografiche tratte dai suoi lavori
  • Il regista Zack Snyder ha già portato sul grande schermo un altro romanzo grafico, “300”, nel recente film
  • Jeffrey Dean Morgan era ll cardiopatico Denny nella serie “Grey’s Anatomy” ed è apparso di recente anche nella serie tv “Supernatural
  • Carla Gugino ha recitato anche con Ben Stiller nel film “Una Notte al Museo

Recenso

Valeria Barbera adora parlare di film, libri e serie TV. Nella vita è editor e writing coach. Ha scritto un romanzo, curato un'antologia e pubblicato racconti in antologie e riviste, tra le quali Robot, Urania Collezione 176 e Distòpia, Urania Millemondi 87. Le sue storie sono state premiate o finaliste in diversi premi di narrativa. È redattore di Fantascienza.com e collabora con Andromeda: rivista di fantascienza. Ha vinto il Premio al Lettore di Fantascienza per le migliori recensioni di opere di fantascienza. Inoltre narra audiolibri ed è la voce di VAL9000 per FantascientifiCast: podcast di fantascienza e cronache dalla galassia. Bazzica il web con il nickname Recenso. Altre notizie su Valeria possono essere reperite sul suo blog Recenso.com

9 thoughts on “Watchmen: la Recensione del Film. Da Alan Moore a Zack Snyder”
  1. anche se non conoscevi il fumetto hai colto molte sfumature. la tua recensione è bellissima. un’analisi dettagliata e obiettiva molto completa. dovresti fare il critico. complimenti davvero!

  2. Non conoscevo il fumetto e penso di comprarli perchè mi è piaciuta molto la storia: l’idea di avere a che fare con “supereroi” normali, l’ambientazione politica e soprattutto l’utilizzo delle musiche. Molti hanno criticato la regia di Snyder dicendo era troppo simile a quella di 300. A me è piaciuta a parte un piccolo errore: quando Juppiter va in carcere e combatte contro le guardie ha glistivali senza tacco, nelle scene prevedenti e successive li ha… ahi ahi

  3. Bè, sostanzialmente sono quasi d’accordo su tutto, infatti 8 come voto mi sembra un pò altino alla luce dei difetti che hai notato verso la fine della recensione. Il film, per carità, rimane un buonissimo prodotto, però alcune scelte lo hanno reso meno buono di quanto ci si potesse aspettare (scena di sesso orripilante su tutte…)

  4. @latex
    Grazie dei complimenti e della tua visita, mi fa piacere che hai apprezzato la mia recensione.

    @Bianca
    Ciao anche qui, non ho visto 300 e anche io ho letto tante critiche sul regista… appena possibile me lo vedrò. Per il tacco non l’avevo proprio notato, hai un buon occhio 🙂

    @Alessandra
    Mi fa piacere che anche tu condividi la recensione poi il voto è sempre molto personale, un 8 nella mia scala di valori equivale ad un “buono”.
    Ho apprezzato che il regista abbia avuto il coraggio di confrontarsi con un fumetto che molti asserivano essere impossibile portare al cinema. Normalmente non mi piacciono molto i film tratti dai fumetti perché tendono a trasformare tutto in un cartoon attori compresi che non sembrano nemmeno reali. Invece la prima cosa che ho notato è che pur rifacendosi ad un fumetto si vedeva che gli attori erano persone vere. L’unico che trascende è proprio Dr Manhattan che però è una specie di dio. L’altro motivo è che anche se il regista ha seguito molto il fumetto ha scelto bene di cambiare il finale. Dopo aver visto il film sono andata per curiosità su Wikipedia a scoprire quale fosse il finale del fumetto e mi ha lasciato perplessa. Dopo averci riflettuto e parlato con dei fan di Moore ho concluso che sia stata la scelta giusta per un prodotto cinematografico.Grazie a te per avermi letta 🙂

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