InHumane Resources è il nuovo cortometraggio di Michele Pastrello, tornato con una storia che richiama alla mente il Grande Fratello di 1984, il romanzo di George Orwell.
Uscito il 23 marzo 2012 è visibile online.
Trama
Due uomini e due donne, vestiti in modo identico, con camicia bianca, cravatta e pantaloni scuri, vagano in una zona industriale abbandonata. Ognuno reca addosso segni di violenza e insegue gli altri, deciso a ucciderli, ma anche a difendersi da loro. Sul taschino della camicia, l’occhio indiscreto di una telecamera che spia le loro azioni. Chi comanda questo Grande Fratello?
Il cortometraggio
Per scelta del regista, InHumane Resources non partecipa ai festival del settore, ma è interamente visibile sul web, su dailymotion.
Recensione InHumane Resources
InHumane Resources è il quarto cortometraggio di Michele Pastrello, filmaker veneto già autore e regista di altre storie con venature horror e metafore della nostra società. Se il precedente Ultracorpo si ispirava al film sf-horror “L’invasione degli Ultracorpi” per calarci nell’omofobia, in InHumane Resources, la citazione dal romanzo “1984” e la telecamera che sorveglia i quattro malcapitati, alla rincorsa l’uno dell’altro, fa da battistrada ad atmosfere e temi orwelliani, che vengono poi esplicitati nel finale a sorpresa.
Con pochissime battute, recitate in inglese con sottotitoli italiani, e accompagnato da una colonna sonora composta dallo stesso Pastrello, InHumane resources descrive i colpi bassi, le scelte e i ricatti a cui siamo o siamo stati tutti sottoposti nel corso della nostra vita, celando, ma neanche troppo, una critica a quei lati oscuri delle dinamiche sociali che, privando l’individuo del libero arbitrio, e intrappolandolo in un grande fratello, arriva a modificarne l’etica, sollecitando e premiando perfino azioni immorali e illegali, in nome della produttività.
Un’anima cinematografica girata dai punti di vista dei quattro protagonisti, che, se non fosse per l’accento nella pronuncia inglese degli attori, per alcune inquadrature potrebbe anche sembrare una produzione estera.
Sebbene l’idea risieda in buona parte nel finale, la citazione che apre le danze toglie un po’ di forza al corto, anche se la curiosità, l’azione e la suspence, ben mescolate in uno spazio di venti minuti circa, convincono facilmente a visionarlo tutto. Non al livello del corto Ultracorpo, che era più denso di scene e significati, ma comunque una buona prova.
Con Mariasole Michielin, Isacco Tognon, Michela Virago, Alessandro Serio e Marzio Dias.
Approfondimenti
Informazioni, filmografia del regista sul sito Michele Pastrello