The Box, nuovo film di Richard Kelly, è un thriller fantascientifico, ispirato ad un racconto breve di Richard Matheson. Avrà mantenuto le promesse?
Ecco trama, trailer, recensione, curiosità e spiegazione del film.

Film: The Box
Titolo originale: The Box
Nazionalità: USA
Anno: 2009
Durata: 115 minuti
Genere: fantascienza, thriller, horror
Regia: Richard Kelly
Ispirato al racconto “Button button” di Richard Matheson
Sceneggiatura: Richard Kelly
Fotografia: Steven Poster
Musiche: Win Butler, Régine Chassagne, Owen Pallett
Scenografia: Alexander Hammond
Cast: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne, Sam Oz Stone
Al cinema: dal 21 luglio 2010
The Box Trama
1976, Massachusetts: I coniugi Arthur (James Marsden) e Norma Lewis (Cameron Diaz) si arrabattano con i problemi quotidiani: il contratto di insegnante di Norma volge al termine, mentre Arthur ha progettato per la NASA la videocamera per la missione Viking su Marte. Un giorno Arlington Steward (Frank Langella), un enigmatico individuo sfigurato da un fulmine, consegna alla coppia una scatola di legno e vetro con un pulsante. Se decideranno entro 24 ore di premere quel pulsante riceveranno un milione di dollari, in cambio qualcuno che loro non conoscono morirà. Ma dietro quella proposta c’è ben altro….
The Box Trailer
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The Box C’è un regalo per te Recensione
Con il film The Box Richard Kelly mette mano al racconto breve di Richard Matheson e combina un disastro, non salvato nemmeno dai bei visi di Cameron Diaz e James Marsden prestati al thriller.
La tentazione in una scatola
E se nell’Eden il serpente avesse proposto ad Adamo ed Eva di premere un anonimo pulsante anziché mangiare una mela, come sarebbe andata? Alcuni registi esordiscono con un buon film e poi passano la vita ad inseguire la loro fama. Sembra essere questo il destino di Richard Kelly, già reduce da un mezzo flop come Southland Tales, e che per The Box non può nemmeno scaricare altrove la responsabilità di una sceneggiatura confusa, sconnessa e a tratti ridicola, avendoci messo la sua firma.
Bisognerebbe smettere di valutare un regista su un solo film riuscito e accampare un campionario di scuse per giustificare certi macelli.
Perché volete vedere The Box? Se il motivo è Cameron Diaz in un thriller, è carina ma non fa ansimare granché; se sperate in un altro Donnie Darko cambiate programma; se vi piaceva il racconto di Matheson rischiate di strapparvi i capelli, se amate i i thriller portatevi un buon cuscino.
The Box – C’è un regalo per te
Le caratteristiche del film visionario e crepuscolare ci sono ma spesso The Box sembra un misto tra il peggio di Segnali dal Futuro e il peggio di Lost.
Esistono comprensibili motivi per cui sia necessario aggiungere quando si trasporta sul grande schermo un racconto breve, a volte si allunga con whisky a volte con acqua, a volte con entrambi ottenendo risultati imprevisti.
The Box versione Kelly scarseggia di idee e, ripiegando su elementi tipici di altri registi (perfino Spielberg…), li inserisce senza capo né coda. In più commette l’errore di voler seguire più di un sentiero contemporaneamente dimenticando che solo uno è quello giusto.
Il massimo del ridicolo viene raggiunto con un monolito d’acqua (con sorpresa) in camera da letto, che fa tanto 2001 Odissea nello spazio. In effetti quale film di fantascienza che si rispetti non ha un bel monolito new age?
Non parliamo della assurda scena con James Marsden in biblioteca, dei dialoghi fuori luogo ovunque, pieni di nonsense che nemmeno Alice nel Paese delle Meraviglie…, poi c’è qualche sequenza alla Villaggio dei Dannati, altre da Invasione degli Ultracorpi, insomma se volete un film serio e pieno di suspence, ma anche solo una rielaborazione intelligente di elementi fanta-horror, potreste essere seriamente “tentati” di chiedere il rimborso del biglietto.
I profani si consolino perché non c’è bisogno di aver letto il racconto per capire che siamo di fronte a 115 minuti di nulla.
Per l’ambientazione, saremmo pure nel 1976 ma non bastano due basettoni a Marsden, qualche mustacchio vagante e i vecchi servizi sul Viking per tornare agli anni ’70, perciò il compito di ricreare le atmosfere di quegli anni tocca ad abbigliamento, e fotografia stile “polaroid”.
Commento finale The Box C’è un regalo per te
Kelly vaga per le campagne e per la NASA, il problema è che lo seguiamo speranzosi che ci dia un segno, qualcosa, che dimostri che non abbiamo perso tempo. Io non ho visto questi segni, però ho apprezzato il fegato che hanno avuto gli attori a recitare in scene per le quali non sembra esistere nel montaggio un punto decente in cui inserirle.
Per la categoria insulsaggini vince la scena del piede a scuola, che dimostra cosa succede quando si corteggia l’enigma per puro egocentrismo.
Pur come film visionario The Box è davvero troppo, assomiglia più ad una inconsapevole presa in giro, con una morale fatta spiegare da Jean Paul Sartre e un discorso della tentazione affrontato senza la capacità né la volontà di creare un minimo di tensione o di partecipazione.
Per quanto sia di animo buono, mentre guardavo il film mi chiedevo
se Kelly si era accorto della ciofeca che stava confezionando, perché pur guardandolo come film a sé stante non bastano due richiami a Lynch per portare a casa la pagnotta.
The Box è un film né carne né pesce, che non sviluppa nulla di ciò che imposta, non dà risposte ma non si capiscono nemmeno le domande, accenna appena il tema del sacrificio a scapito degli interessi personali con un pallido alone di speranza, mentre senza speranza appare la carriera di Kelly, che forse rimembra ancor i wormhole di Donnie Darko.
Purtroppo non si salva nemmeno il colpo di scena finale, in quanto viene maldestramente anticipato da una battuta 90 minuti prima lasciando poi gli attori, e gli spettatori, annaspare in un mare di scemenze per oltre un’ora sperando che qualcuno, nella sua somma misericordia, prema il bottone con su scritto “Fine”.
Davvero, se volete vedere una dignitosa storia su una scatola con un pulsante, vi consiglio l’episodio “la Pulsantiera” di “Ai confini della realtà” basato sullo stesso racconto di Matheson, ma con Brad Davis e una marcia Mare Winningham a cui augurare una degna fine.
Per la serie: quando l’acqua scarseggia la papera non galleggia.
Voto personale: 4.0
Curiosità
- Lo sconquasso ha portato 2 nomination al Saturn Award, Miglior film Horror (???) e Miglior attore non protagonista (Frank Langella)
- In una particina anche Basil Hoffman, che nell’episodio Button button di Twilight zone interpretava Mr Steward
- I personaggi di Arthur e Norma sono ispirati ai genitori di Kelly, la mamma aveva una deformazione al piede causata da raggi X, il padre lavorava alla NASA e co-progettò la videocamera usata per il Viking.
Spiegazione The Box – Attenzione spoiler
- La scatola col pulsante era un test, preparato per gli umani da individui non ben definiti a metà tra alieni e esseri divini. Questi esseri dovevano testare la capacità degli umani di rinunciare ai propri interessi per altruismo. Venivano scelte solo coppie con un figlio o una figlia, perché se la coppia sotto test avesse premuto il pulsante avrebbero dovuto affrontare un nuovo test per dimostrare la capacità di sacrificarsi per i loro cari.
- Cosa succede alla fine? Avendo Norma premuto il pulsante si era dimostrata indegna perché interessata più ai soldi che alla vita di uno sconosciuto, il suo peccato era ricaduto sul figlio, che aveva perso vista e udito. A questo punto il marito, innocente non avendo premuto il pulsante, doveva scegliere se far ritornare il figlio normale uccidendo la moglie (ed estinguendo così il peccato) o godersi i soldi laciando il figlio disabile. Decide di uccidere la moglie
- Mr Steward era umano ma essendo stato colpito da un fulmine, scaturito dall’antenna che collegava la Terra al Viking in missione su Marte, era diventato un messaggero divino-alieno.
- Il percorso scelto da Arthur in biblioteca era quello giusto, a dimostrazione della maggiore virtù del personaggio rispetto a Norma. Per cui riceve come premio un breve tour nell’Aldilà
- Gli alieni ogni tanto si impossessavano di qualche persona per interagire con gli umani, ma ciò causava la perdita di sangue dal naso sottolineata in diverse scene
- La donna morta con una pallottola al cuore non era stata uccisa dalla pressione del bottone da parte di Norma, come credono, era stata uccisa dal marito della donna. Infatti loro erano stati la precedente coppia sottoposta al test della scatola, la donna aveva premuto il pulsante e quindi doveva scontare il peccato facendosi uccidere dal marito per riavere la figlia indietro sana e salva.
- I committenti di cui parla Mr.Steward dovevano verificare se c’erano abbastanza persone così virtuose da superare il test della scatola, cioè capaci di rinunciare ai soldi per non avere sulla coscienza la morte di uno sconosciuto. In caso contrario, fine del mondo
Se hai visto Southland Tales, questo qui ti sembrerà una passeggiata.
bah….non sono per niente daccordo con questa recensione, il film non l’ho trovato un capolavoro,questo è vero, ma parlarne così, attaccarlo da tutti i fronti, non riconoscere neanche uno dei suoi meriti, attaccare gli attori(che secondo me non recitano affatto male), definirlo 115 minuti di nulla….gli unici minuti di nulla sono stati quelli passati a leggere questo insulso testo.
un insulso testo, che seppur scritto bene e interessante in alcuni passi, denota un recensore che o è alle prime armi o non ci ha propio capito niente….infine voglio sottolinare il fatto che tutte queste critiche che vengono erroneamente mosse per tentare di dare uno spessore alla recensione in realtà fanno solo trapelare una banale e superficiale analisi
Caro Riccardo,
quanto sopra si può dire altrettanto del tuo commento.
Bye
P.S. visto che sei taaanto esperto ti ricordo che si scrive “proprio”
ho visto il film solo oggi: condivido pienamente la recensione. Semplicemente 115 minuti inutili.
ecco un’altro di quei casi, dove un libro è molto meglio di un film……..
l’ho visto ieri sera…….ah se solo avessi letto prima la tua recensione…….film che definire insulso è poco…….
L’ho detto che ho l’animo buono 🙂
Ho appena finito di vedere il film e lo stupore è stato tale che mi sono precipitato sul web per cercare una rensione…un commento…
Concordo completamente con la recensione fatta sottoscrivendone ogni virgola.
Semplicemente osceno !
@Mauro
Mi fa piacere che concordi. Grazie per il commento 🙂
Sicuramente non siamo davanti a un’opera complessa e profonda come Donnie Darko, e c’è da dire che Kelly dopo il suo primo film ha perso molti colpi; detto questo, però, anche io trovo un po’ eccessivo colpire così duramente ‘The Box’, che pur non essendo un capolavoro come Donnie Darko contiene comunque un messaggio non da poco, quello del sacrificio che al giorno d’oggi sembra impraticabile dal genere umano.
Un elemento assolutamente a favore del film è l’eccezionale recitazione dei due protagonisti; Cameron Diaz è sicuramente più figa nelle ‘Charlie’s Angels’ e James Marsden spacca di più nei panni di Ciclope in ‘X-Men’, però che diamine, in questo film sono formidabili. Vi dirò, andate a rivedere la scena in cui, verso l’inizio, Marsden cerca di convincere la Diaz che il dilemma della scatola è tutta una bufala (00:28:40), e osservate allo stesso tempo come gesticola con le mani e muove il viso, proprio per far capire allo spettatore che lui stesso non è nemmeno lontanamente convinto di quello che sta dicendo. Questo, dal punto di vista del linguaggio cinematografico, è il massimo da parte di un attore: farci intendere qualcosa senza spiegarlo esplicitamente, e questo è solo un esempio. Addirittura è in alcuni punti il film risulta prevedibile, talmente gli attori ci fanno già capire cosa succederà; ad esempio, quando la Diaz vede per la prima volta il volto di Langella sfigurato, si capisce subito dal suo sguardo la compassione e non il disgusto verso l’uomo misterioso, che verrà poi confessata nel corso della pellicola. Ripeto, forse dal punto di vista della trama è un elemento che la rende prevedibile, ma da parte dell’attore è pura capacità di far intendere e capire senza dover spiegare nulla.
Personalmente reputo che ‘The Box’ qualche piccola chicca sia in grado di darcela, anche se si, ammetto io stesso che dal trailer sembrava un film più interessante di quanto è stato.
Ciao Petruz91 e grazie per la tua recensione. Sugli attori non ho detto che non sanno recitare, ho dett che ho apprezzato il fegato che hanno avuto a recitare in scene per le quali non sembra esserci un punto decente in cui inserirle. Ho anche detto che non bastano Cameron Diaz e James Maesden a salvare il film, perché per quanto recitino bene, la parte che gli hanno dato è insufficiente a sostenere il film.Per il gesticolare e le espressioni, gli attori americani hanno dalla loro parte l’espressività, basta vedere come sono bravi in Lie To Me, un telefilm che si basa proprio sulle espressioni del viso. GLi italiani invece hanno spesso lo sguardo fisso e muovono solo la bocca, per quello notiamo di più l’espressività di pochi attori italiani e di molti attori americani. Cameron Diaz un po’ di disgusto in faccia ce l’aveva, comprensibile visto la faccia dell’uomo, dopo ci riflette e passa alla compassione peché pensa che in fondo anche il suo piede non si può vedere.
Un film è fatto da tante cose, la fotografia ad esempio andava ok, Langella nella parte, ma nell’insieme l’episodio de Ai confini della realtà, che t’invito a vedere se non lo conosci è superiore.
Qui non c’è suspence. Quella prevedibilità, che ti è piaciuta, per me stona in un thriller, dove non dovrei sapere come va a finire o se lo so dovrei dubitarne, dovrebbe crearmi il pathos.
Vedi ad esempio la scena in cui decidono se premere il bottone, sciupata.
Osserva invece in quel telefilm de Ai confini della realtà Mare Winningham e Brad Davis e relativi dialoghi come sono bravi a riempire con la sola recitazione una storia che dura la metà del tempo di questo film.
Perciò a mio avviso Marsden e Diaz, sono bravi quanto vuoi ma in questo film sono stati sprecati.
Matheson a mio avviso merita di meglio, e siccome ho pagato il biglietto posso esprimere la mia opinione anche se dura. Non parto dal presupposto che siccome dirige un certo regista debba per forza esserci qualcosa di bello.
Te lo dico giusto per farti capire, poi è ovvio che non ci possono piacere le stesse cose 🙂
Grazie infinite per il tuo commento che amplia la recensione:)
Ciao! E’ un piacere dare un contributo alla recensione!
Aggiungo però che in un paio di punti della mia precedente analisi forse mi sono espresso male; riguardo alla questione attori, non intendevo dire che li hai valutati male, era un aspetto del film che volevo far notare di mano mia! 🙂 Anche sulla questione della prevedibilità, sono d’accordissimo sul fatto che da un punto di vista narrativo stona veramente tanto, specialmente in un thriller, ma è anche vero, come ho detto, che da parte di un personaggio far capire qualcosa senza spiegarlo è davvero formidabile!
D’accordissimo anche sulla questione fotografia, ci sono di quelle inquadrature davvero fantastiche! 😉
🙂
[…] The Box (2009) […]
Pefettamente d’accordo con la recensione…
Il tema del sacrificio può essere antropologicamente rilevante, ma il film lo sviluppa in modo davvero infantile… Non c’è allegoria, non c’è simbolismo… non c’è nulla.
Una domanda mi tormenta: qual è il nesso causale in base al quale mentre un marito spara alla moglie un’altra coppia preme il pulsante? Cos’è, magia? Predeterminazione? Una tecnologia così sofisticata che sembra magia? Gli alieni sono così avanti da saper predire l’azione umana al millesimo di secondo?
Oppure la possono gestire? Ed in questo secondo caso: che fine fa il libero arbitrio e tutta la questione della scelta? Bah…
Una storia davvero inconcludente…
Volevo di cuore ringraziare l’autore della recensione.
L’ho letta subito dopo il film nella speranza di trovare una spiegazione. Ho riso per 10 minuti ininterrotti !!
Quei dieci minuti sono valsi il sacrificio del film.
Ancora grazie 🙂
Prego 🙂
concordo con la recensione e aggiungo che gli attori fanno uno più pena dell’altro soprattutto cameron diaz non è proprio adatta a fare thriller. Si salva soltanto l’attore che interpreta l’uomo colpito dal fulmine Frank Langella. Però il film mi ha incuriosito tanto sul racconto e vorrei tanto leggerlo il più presto possibile.
@antonio
Il racconto è proprio su un altro livello, spero che ti piaccia. Grazie per il commento 🙂
Concordo pienamente nella recensione, uno dei film più brutti che abbia mai visto pur se, c’è d’ammetterlo, l’idea di base era godibilissima però sfruttata in maniera oscena.
Gli autori avessero incentrato meglio il “problema”… sono arrivato solo a un quarto d’ora dalla fine del film per capire, relativamente, cosa stesse succedendo.
Inoltre il finale è di una banalità (e prevedibilità) sconcertante.
Altro che Donnie Darko, non paragoniamo la m**a al risotto 🙂
e dire che io che ci speravo tanto, infatti non ho finito il film e sonp
venuto qui proprio perchè mi sembrava una cosa idiota, [spoiler]che ca”’ centra un teletrasporto d’ acqua una scatola con un pulsante e degli alieni infiltrati ? E poi sti caz di alieni mai a farsi i c”’i loro ?
Ma la cosa che mi ha colpito di più sono stati tutti i punti di domanda non chiusi ?
Da quando li alieni controllano i fulmini ? A conserve fare questi teste di minchia, almeno in Segnali dal futuro venivano salvati i bambini innocenti, ma qui ? Ma cosa molto più importante CHI CAZZO ERA LA BABYSITER[/spoiler]
@Spoiler Seriale
Nome corretto, tutto ok 🙂 Ho aggiunto la scritta spoiler per chi non ha ancora visto il film.
Naturalmente concordo con quanto dici, diverse scene erano assurde e domande senza risposta.
Grazie per il commento 🙂
Ottima recensione, ironica e intelligente. Anch’io sono attanagliata dallo stesso interrogativo che pone “Amante di Roberta”: che nesso logico/sincronico c’è? Langella dice genericamente che “qualcuno morirà da qualche parte”…
@laura
Beh, qualcuno muore sempre da qualche parte, che quei due premano il bottone o no 😉
Ho visto il film solo oggi: condivido pienamente. 115 minuti inutili….di solito puoi salvare qualcosa: stavolta non si salva nemmeno Cameron che appare con un viso emaciato… mah…
Condivido anche io la recensione, che brutto film!!!!!!!!!!!
Rispondo al commento di Stefano, passato poco fa
– Innanzitutto scrivere tutto in maiuscolo equivale a gridare. E’ scortese. Moderati, per cortesia, o finirai sempre nel cestino.
– Qui non c’è nessun genio del cinema, come mi hai chiamato, c’è una recensione del tutto personale. Argomentata e completata, come vedi su ogni articolo, da un voto personale. Recensione dopo aver visto il film, non come fanno altrove che plagiano quelle lette sui siti di cinema o le traducono dall’america e le sparano come proprie. E’ lì che trovi la gente che rinuncia a vedere un film solo perché l’ha detto l’amico che l’ha visto in streaming, è lì che ti invito ad andare a leggere le prossime recensioni.
– Altro errore: se un giorno saprai leggere bene l’italiano, noterai che qui hanno tutti visto il film prima di leggere la recensione. Ma da uno come te che regala assolutismi, comprendiamo quanto sei convinto di essere tu un genio del cinema.
Non esiste oggettività nell’arte. Sorry se sei tra quelli che venera questo regista qualunque cosa fa, sappi che c’è la libertà di pensiero e di opinione, ergo non puoi obbligare gli altri a pensarla come te. Vuoi vedere il film 4 volte alla settimana, vuoi esprimere il tuo dispiacere nel constatare che ad altri non è piaciuto, va bene, ma fallo in modo civile e cortese senza aggredire chi la pensa diversamente (e possibilmente senza scrivere “ke”. Non so come fai a ritenerti un “esperto” di cinema se scrivi in quel modo)
Sei proprio sicuro di chiamarti Stefano e non Luca?
Scioccati! Il film più brutto della storia cinematografica. Molto più bello Rango piuttosto di questa bufalata!