Nicolas Cage riceve “Segnali dal Futuro” nel film di Alex Proyas, ma predice solo disastri e catastrofi.
Trama, trailer, curiosità, recensione e spiegazione del film.

Film: Segnali dal Futuro
Titolo originale: Knowing
Nazionalità: USA/Australia
Anno: 2009
Durata: 130 minuti
Genere: Thriller; Fantascienza; Horror; Catastrofico
Regia: Alex Proyas
Sceneggiatura: Ryne Douglas Pearson, Juliet Snowden, Stiles White, Stuart Hazeldine, Alex Proyas
Fotografia: Simon Duggan
Musiche: Marco Beltrami
Scenografia: Steven Jones-Evans
Cast: Nicolas Cage, Chandler Canterbury, Rose Byrne, Lara Robinson, Ben Mendelsohn
Disponibile in DVD e sulle piattaforme di streaming legale
Trama
1959, Boston. Da un’idea della piccola Lucinda Embry (Lara Robinson) la scuola elementare “William Dawes” festeggia la sua apertura con la cerimonia della capsula del tempo: i maestri invitano gli alunni a disegnare la loro visione del futuro, poi inseriscono gli elaborati nella capsula e la seppelliscono nel cortile della scuola. Lo scrigno è destinato a essere riaperto solo dopo cinquant’anni.
2009: Sono trascorsi cinquant’anni ed è in corso la cerimonia di riapertura. La scuola riesuma la capsula e l’insegnante, ormai anziana, estrae gli elaborati del passato e li distribuisce ai nuovi alunni per il passaggio generazionale. Il piccolo Caleb (Chandler Canterbury) partecipa alla cerimonia assieme al padre astrofisico del MIT John Koestler (Nicolas Cage), ma l’elaborato che gli capita in mano riporta strane sequenze di numeri: sembra un puzzle matematico. John, che dopo la imprevista morte della moglie crede che le cose avvengano senza uno scopo, si incuriosisce. Presto nota che quei numeri si riferiscono a disastri avvenuti negli ultimi cinquant’anni, ma scopre anche che tre di loro sono messaggi dal futuro, perché quelle catastrofi devono ancora accadere…
Trailer Segnali dal Futuro
Guardalo qui.
Recensione
Il film “Segnali dal Futuro” presenta la coppia Nicolas Cage – Alex Proyas, rispettivamente attore protagonista e regista di questo thriller permeato da horror e fantascienza mistica, tra spettacolari disastri che rievocano l’11 settembre e atmosfere apocalittiche di natura biblica.
KNOWING: LA CONOSCENZA
Determinismo e casualità: le cose avvengono per caso o c’è un disegno nascosto? La conoscenza (knowing) degli eventi futuri permetterebbe di evitare le catastrofi? Sono queste le domande principali che aleggiano in questo film, diretto e coprodotto dallo stesso regista di “Il Corvo” e “Io Robot“, che ha anche messo mano alla sceneggiatura.

“Segnali dal Futuro” è un disaster movie dal soggetto originale e intrigante. La sceneggiatura procede con mestiere e il film riesce a mantenere una invitante curiosità nella greve atmosfera del disastro perennemente incombente, grazie anche alla esperta regia e alla fotografia che oscilla tra il grigio seppia e il giallo fuoco, ma anche a una interessante rilettura delle profezie di Ezechiele.
Lo spettatore non avrà difficoltà a decifrare i numeri molto prima di Nicolas Cage. La spiegazione finale, invece, meno scontata, farà esclamare un “ooh” di meraviglia ai fan della fantascienza spielberghiana per i tanti richiami ai suoi film, mentre disgusterà coloro che sempre più sedotti dai segnali horror lanciati dalla trama avrebbero preferito una conclusione meno ottimistica e quando Nicolas Cage strabuzzerà gli occhi costoro esclameranno solo “Grande balla”. Insomma, il gradimento del film rischia di essere molto influenzato dalla propria formazione e dalle credenze personali.
In effetti il film “Knowing” presenta diverse anime, che si susseguono nelle tre fasi in cui è organizzato. Le scandisce il protagonista con le tre battute dette durante il suo avvicinamento alla conoscenza (il “Knowing” del titolo originale): “Non sapevo” (che sarebbe avvenuta la sciagura della moglie); “Devo sapere” (dopo i primi due disastri); “Lo so” (nel finale).
SEGNALI DAL FILM
Secondo la Bibbia fu l’Albero della Conoscenza (del Bene e del Male) a far perdere innocenza e Paradiso a Adamo ed Eva (come quel certo albero che s’intravede sullo sfondo in una scenografia visionaria). È la stessa conoscenza che finalmente John acquisisce e di cui capisce lo scopo nel suo percorso di risveglio.

Il problematico legame tra padre e figlio, un funereo Nicolas Cage (la conoscenza) e il piccolo ma già bravo Chandler Canterbury (l’innocenza), sostiene l’intero film giocato sugli attori protagonisti e sulle spettacolari sequenze catastrofiche, anche queste in numero di tre e alternate sui due colori principali della fotografia, seppia e giallo fuoco: abbiamo il disastro aereo , tra seppia e giallo fuoco; quello sulla metropolitana introdotto da un preambolo Hitchockiano dove Cage dà prova delle sue qualità da quattrocentometrista, solo color seppia; la terza catastrofe, illuminata dal solo giallo fuoco.
L’11 settembre è ormai parte del DNA americano e incombe prepotente non solo in uno dei segnali del futuro, ma nel carattere plumbeo della regia, nella sequenza dell’aereo con un’unica ripresa, nelle ipotesi di attentati terroristici avanzate dai media e nel silenzio mediatico delle autorità, più smaccatamente nella uscita dalla metropolitana dei superstiti impolverati.
I fan dell’horror, soprattutto qui nella disastrata Italia, dopo essere stati adescati da un furbo cerchio (che richiama “The Ring”) e presunti avvertimenti, potrebbero quindi prepararsi a un gustoso piatto, ma la speranza obamiana dell’America in ripresa dopo quel disastro di Bush li deluderà sensibilmente, mentre i sostenitori del fantamisticismo apprezzeranno le sequenze della mezz’ora finale, seppur già viste in mezza cinematografia di Spielberg compreso “A.I: Intelligenza artificiale”.
I più acuti si chiederanno perché il bambino si chiama Caleb e noteranno anche i continui segnali lasciati dal regista nell’inquadratura dell’oblò giallo fuoco della cameretta di Caleb, nelle equazioni sulla lavagna durante la lezione al MIT, nel riverbero dorato sempre più intenso lungo il film.
Forse pochi noteranno che la vicenda si svolge nell’arco di sette giorni, come i 7 giorni della Creazione (riposo divino compreso), e che il numero ricorre anche nel ripetersi della Sinfonia n. 7 di Beethoven, il cui secondo movimento fa da sfondo alla prima sera di Cage in solitudine e chiude il cerchio nella sequenza finale, con un affascinante contrasto creato da audio e video. Ma un cerchio è presente anche sul foglio macchiato da John, nella forma della finestra di Caleb, sulla lavagna durante la lezione al MIT.
COMMENTO FINALE
Nonostante appaia come spot del navigatore satellitare, “Segnali dal futuro” è un film ben congegnato e orchestrato, con diverse chiavi di lettura, come “Signs” (2002), per discuterne con gli amici, che sa tenere desta l’attenzione disseminando indizi qua e là anche se con un lieve calo nel secondo tempo a causa del personaggio mal riuscito di Diana. Per quanto il finale possa non piacere va dato atto che almeno cerca di dare un significato e l’alternativa “Abbiamo sbagliato i calcoli” (“Supernova”, film tv, 2005) sarebbe stata quanto meno senza senso.

Il resto del lavoro arriva da un’opportuna scelta di ralenti ed effetti speciali non propriamente riusciti, ma comunque spettacolari per quel giallo fuoco esasperato inserito in CGI; dalla colonna sonora di Marco Beltrami che passa dalle graffiate di violino all’enfasi retorica fino al battito che introduce le sequenze più ansiogene; dalla presenza di questi misteriosi esseri androgini dal discutibile soprabito un po’ vampiresco (ricordano Spike della serie “Buffy”), .
L’effetto speciale più spettacolare è nelle espressioni di Nicolas Cage che non riesce mai a dormire nel suo letto: da triglia quando scopre il primo indizio con quel “c’mon” che anticipa lo spettatore, da cernia quando ha “l’illuminazione” in macchina, da imbarazzata sogliola quando parla con Diana, da baccalà appena pescato quando gli riceve la conoscenza. Per non parlare dei capelli catastrofici, della sfuriata e della manovra di parcheggio nel supermercato. Varrebbe la pena vedere il film anche solo per questo.
Tutto sommato, per quanto “Segnali dal Futuro” non sia un capolavoro e abbia i suoi difetti, in una cinematografia che tende a spostare sempre più l’interesse verso gli effetti e l’azione a scapito del contenuto, la sua proposta è una boccata d’aria fresca che porta con sé riflessioni, sequenze e inquadrature ruffiane che desiderano l’Oscar: lo rivedremo tra le nomination?
Per la serie: Non sempre la conoscenza è utile.
Voto personale: da vedere anche soltanto per le espressioni di Nicolas Cage
Curiosità
- Le equazioni sulla lavagna durante la lezione di John sono equazioni di Maxwell, uno dei padri dell’elettromagnetismo.
- Rose Byrne (Diana) era anche nel cast del film “Sunshine” (2007)
- Errori: Quando Nicolas Cage vaga tra i rottami dell’aereo allunga le braccia che finiscono nel fuoco (digitale) ma non si brucia, eppure dovrebbe
- Una delle catastrofi si ispira ad una teoria relativa all’anno 2012
- La vicenda inizia il 12 ottobre e termina il 19 ottobre 2009
- Nicolas Cage dice al figlio che è la Domenica sera con gli hot dog di papà: ma il 12 ottobre 2009 cade di lunedì
- La bambina che interpreta Lucinda è la stessa che interpreta Abby, la nipote
- Non è molto sensato lasciare dei bambini in auto da soli in mezzo al bosco, di notte, per giunta con una pistola nel cruscotto
- La capsula del tempo è un’usanza diffusa negli Stati Uniti. Anche nella serie tv “Lost”, Kate partecipa ad una cerimonia simile
- Il bambino Chandler Canterbury era anche Button a 8 anni nel film “Il Curioso caso di Benjamin Button“.
- Caleb è leggermente sordo, Beethoven divenne sordo
- Ezechiele è un profeta dell’Antico testamento
Spiegazione Segnali dal Futuro – Attenzione spoiler
- Caleb è il nome di un personaggio biblico, fu benedetto da Giosuè (quello che fermò il Sole) ed entrò nella Terra promessa.
- La figura di John ha elementi in comune con il profeta Ezechiele.
- Ezechiele si considerava un “pastore”, John è figlio di un pastore.
- Nel suo libro Ezechiele descrive la visione di quattro esseri, apparsi prima di stragi. Uno di questi doveva marcare gli innocenti. Qui gli innocenti sono i bambini che sentono le voci.
- Ezechiele prega Dio di essere clemente, ma senza esito. John fa la stessa cosa con gli esseri.
- Successivamente Ezechiele li rivede come cherubini mentre reggono la gloria di Dio. John vede gli esseri allontanarsi in cielo verso l’astronave (la gloria di Dio) dopo aver assunto forma luminosa.
- La conclusione del libro prevede che il fuoco copra la città di Gerusalemme mentre la gloria di Dio si allontana, gli Ebrei vengono sparsi tra le nazioni per poi essere riuniti. Qui la Terra viene distrutta dal fuoco mentre le astronavi (eteree) si allontanano, i bambini si ritrovano su un nuovo pianeta pronti a ricominciare, nella più totale innocenza, anche se l’albero della conoscenza si profila all’orizzonte…
Visto 🙂
A me piacciono molto i film con segnali nascosti, nonostante i capelli di Nicolas Cage
Grazie dei complimenti 🙂
Mi sono gustata tutto di questa bella recensione: spiegazione, commento, curiosità… E sono lieta che ti sia piaciuto il film. Anche a me fanno impazzire i film con i segni nascosti (hai citato anche "Signs") e knowing mi ha entusiasmata. Convengo sul fatto che i giudizi sul film saranno soprattutto condizionati dalla propria forma mentis. Nella mia recensione ho voluto essere stringata per non rivelare nulla e per non lasciarmi andare all'entusiasmo (ma me ne sono già pentita). Grazie
A me è piaciuto molto,ma non ho capito il perchè far scrivere i numeri ai bambini…sia lucilla che cabel… La fine mi è piaciuta molto…ma erano angeli o alieni??
Se erano alieni ce rimango male
@parsec
Grazie!! E' difficile non lasciare segnali per questo film. oggi ho letto una recensione di un critico su un giornale, dopo 2 righe aveva già detto cosa succedeva e come finiva. Senza neanche avvisare degli spoiler. In più non si capiva se gli era piaciuto 🙂
alla prox
[spoiler]@Andrea
I numeri erano messaggi rivolti ai bimbi per prepararli e individuare gli eletti. Certo avrebbero potuto inviargli le canzoni di cristina d'avena 🙂
angeli o alieni? Nella recensione dico la mia, ma penso che un film sia bello perché uno può vederci tante cose anche solo degli alieni che vestono male, no?
Grazie per la visita, Alla prox :-)[/spoiler]
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Mi è piaciuto tantissimo questo film non solo perchè amo questo genere ma anche dalla trama e dagli attori come interpetrano le parti , soprattutto Cage che io amo e ammiro e desidero un giorno di incontrarlo . Si è capito che la fine stava a significare una rinascita , ricominciare da capo senza commettere gli errori fatti prima e sono ripartiti da questi bambini come proprio Adamo ed Eva . Non capisco quelli che criticano il fatto che la presunta ” Fine del mondo ” sia stata fatta nel 2009 visto che il film non parla della fine del mondo bensi parla di altro. Bel film unico , se volete sapere nel 2014 fra un anno faranno ” Noah ” un sorta di Segnali dal futuro