Nicolas Cage, Diane Kruger, Sean Bean e Jon Voight alla ricerca del tesoro dei Templari nel film Disney d’avventura sulla Storia americana che dà il via alla saga National Treasure.
Trama, trailer, recensione e curiosità sul film.
Film: Il Mistero dei Templari
Titolo originale: National Treasure
Nazionalità: USA
Anno: 2004
Durata: 125 minuti
Genere: Avventura; Azione
Regia: Jon Turteltaub
Sceneggiatura: Cormac Wibberley, Marianne Wibberley
Fotografia: Caleb Deschanel
Musiche: Trevor Rabin, Don Harper, Paul Linford
Scenografia: Norris Spencer
Cast: Nicolas Cage, Diane Kruger, Justin Bartha, Sean Bean, Jon Voight, Harvey Keitel, Christopher Plummer
Prequel di: Il Mistero delle pagine perdute
Disponibile in DVD e sulle piattaforme di streaming legale
Trama
Lo storico Benjamin Franklin Gates (Nicolas Cage) discende da generazioni di appassionati cercatori del tesoro dei Templari, il cui unico indizio avuto duecento anni prima da un avo non è ancora stato risolto. Spronato dall’affarista Ian Howe (Sean Bean), Ben svela finalmente l’enigma ma scopre che la mappa del favoloso tesoro è nascosta dietro la Dichiarazione d’Indipendenza: Ian vuole rubarla e Ben decide di impedirglielo. Inizia così una doppia caccia al tesoro nelle metropoli americane.
TRAILER
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Recensione
Dopo l’archeologo Indiana Jones, l’avventuriero Allan Quatermain (Le Miniere di re Salomone) e il belloccio Rick O’Connell (La Mummia) è la volta di partire per l’avventura targata Disney con lo storico Ben Gates, dai produttori della trilogia “Pirati dei Caraibi”
INNOVAZIONI CONVINCENTI
Non più scenari esotici nel deserto, addio ai templi aztechi con le mille trappole, saluti ad Hitler e ai misteriosi oggetti biblici nascosti in città perdute da millenni, stop alle storie ambientate nel passato.
Con la Disney si corre nel presente dal Circolo Polare Artico alla ricerca di un tesoro tra le più moderne Boston, Filadelfia, Washington e New York in compagnia di un esperto di storia americana ma che ha trovato il tempo per laurearsi anche in Ingegneria Meccanica e prendere il brevetto come sommozzatore (capirete perché).
Addio alle corse nei tunnel inseguiti da enormi massi di pietra, ai cadaveri mummificati, alle incursioni guidati solo dall’istinto. Nicolas Cage scorrazza tra le città americane all’inseguimento del prossimo indizio, un enigma storico, che può essere tradotto solo con una attenta elucubrazione e una cultura enciclopedica da far paura ai campioni di “Rischiatutto”, tutto celato nel cervello degli idealisti che amano l’America.
“Il Mistero dei Templari” integra l’avventura nelle metropoli del presente riesumando la gloria di quella Storia della guerra d’indipendenza che per gli americani brilla ancora oggi come un faro, attingendo a dettagli materiali (banconote, documenti, personaggi storici ed edifici realmente esistenti e perciò ancora più intriganti) costruisce con mestiere una trama articolata e mai noiosa, avvincente per gli americani perché ripercorre una fase romantica del loro passato ma suscita curiosità anche in chi non è “born in USA” per vari fattori.
PERCHÈ FUNZIONA?
Innanzitutto il contrasto continuo tra presente e passato che si amalgamano alla perfezione, l’antefatto iniziale che un sornione Long John Silver (L’Isola del tesoro) alias il nonno Christopher Plummer racconta al nipote Ben aiutato da un’atmosfera che fa presagire una bella avventura Disney.
Dite la verità: se aveste tra le mani una banconota da un dollaro o da cento dollari non lo fareste un controllino?
Un soggetto intelligente e furbo (quale documento è più importante e suggestivo in USA della Dichiarazione d’Indipendenza?) riversato in una sceneggiatura ben orchestrata e piena di enigmi sorprendenti dove non manca nemmeno l’equivoco alla Ambrose Chapel di Hitchcock (L’uomo che sapeva troppo) ma che al contempo si propone per quella che è, una onesta caccia al tesoro e non uno scoop storico come “Il Codice da Vinci“, che potrà ugualmente incuriosire e portare a cercare su internet la Liberty Bell ma che nel complesso regala due ore di avventura fantasiosa per un pubblico di qualunque età patrocinato da una casa, la Disney, che sa come unire avventura e divertimento, corroborato da una colonna sonora moderno-settecentesca con intermezzi solenni
, dove il reparto trucco e parrucco finamente propone uno Sean Bean con una pettinatura che gli sta bene anche se lascia qualche dubbio su quella di Nicolas Cage.
ATTORI E COMPARSE
E la bella di turno? C’è c’è, la evanescente Diane Kruger, ex Elena in “Troy” qui più convincente bambolina appassionata di documenti antichi capace anche di risolvere da sola qualche indovinello.
Trova spazio Jon Voight, più noto come papà di Angelina Jolie, che qui interpreta il papà di Ben senza purtroppo sfoggiare la classe del papà di Indiana Jones Sean Connery, anche se la palma di peggiore in campo – e non per sua colpa – spetta ad Harvey Keitel a cui è stato assegnato un ruolo alla Jean Reno come già visto ne “Il Codice da Vinci“, che letteralmente spegne gli attori, cioè il classico detective soprammobile tipico riempitivo che capisce le cose sempre un attimo dopo.
AVI E PRONIPOTI
Una modernizzazione di Indiana Jones? Non proprio, ci sono alcuni fattori simili a tutti e tre i suoi predecessori (Jones, Quatermain, e O’Connell) da cui prende a piene mani senza risultare una fotocopia precisa grazie alle gradite innovazioni, ma rende molte grazie al mondo Disney.
Con un tocco di ironia elegante nascosta nella contrapposizione dei diversi metodi operativi dei due contendenti, l’uno cerebrale e tecnologico, l’altro sleale e violento, (proprio a nessuno ricorda una di quelle cacce al tesoro che hanno spesso visto avversari Zio Paperone/Ben e Rockerduck/Ian che tanto ispirò la coppia Lucas-Spielberg?) “Il Mistero dei Templari – National Treasure” propone anche una gustosa sequenza-parodia alla “Mission Impossibile” con le dovute prese in giro (“Cos’è?” “Un souvenir…“), fino ai graziosi colpi di scena disseminati nella infinita catena degli indizi, che chiudono la storia lasciando un senso di completezza. Anche se, come nelle migliori saghe d’avventura, i 350 milioni di dollari incassati hanno aperto la strada al dovuto sequel “”Il mistero delle pagine perdute – The Book of Secrets” uscito nel 2007: stessi protagonisti, nuovi cattivi, che continuano a narrare l’orgoglio della Storia Americana.
Per la serie: costruzione ad arte per un tuffo nella fanta-storia.
Voto personale: 7.5
Curiosità
- Charles Carroll è un personaggio reale, nato nel 1737 fu l’unico cattolico a firmare la Dichiarazione d’Indipendenza
- Anche la Trinity Church esiste davvero, dal 1697 poi ricostruita alcune volte (l’ultima risale al 1849) ed ospita un cimitero dove sono seppelliti alcuni firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza oltre a personaggi famosi, come Robert Fulton che inventò la prima nave a vapore
- Anche la nave Charlotte è davvero esistita, costruita nel 1784 se ne persero le tracce nel 1818 al largo delle coste canadesi
- La “Liberty Bell” è la Campana della libertà e si trova effettivamente a Filadelfia, dove l’8 luglio 1776 suonò per annunciare la lettura della Dichiarazione d’Indipendenza
Dai commenti che mi hai lasciato su Una notte al museo 2, Inside man e Mission: Impossible 3 ho capito che non abbiamo propriamente gli stessi gusti. Questo film, invece, ci trova concordi: a me è piaciuto, la storia è carina ed intrattiene piacevolmente. Purtroppo non posso dire lo stesso del sequel, noioso ed eccessivamente inverosimile.
fa sempre piacere confrontarsi con una cinefila!
Ciao annarita, in effetti non esiste un'equazione che definisca un film in modo assoluto ma ci troviamo d'accordo anche su questo: anche a me piace che ci siano diversi punti di vista.
Non ho ancora visto il sequel, provvederò
Grazie per essere passata 🙂
si anche a me è piaciuto XD è divertente e per certi spetti interessante.. nel complesso piacevole da guardare!
purtroppo il sequel, in effetti, è piuttosto ridondante e fin troppo inverosimile, ma nonostante questo rimane comunque vedibile.
*Asgaroth
Quando si affrontano gli assassini presidenziali purtroppo si rischia sempre di sbordare.
Grazie per la visita e il commento 🙂
[…] niente di sofisticato o sensazionalistico come “Il Codice da Vinci” o “Il Mistero dei Templari“, seppure risulta intrigante l’aver riesumato la Lancia di Longino (del Destino), che […]
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