Il secondo capitolo della trilogia fantascientifica diretta da Robert Zemeckis costringerà Marty McFly, Doc e la DeLorean a viaggiare nel loro futuro… sconquassando il passato.
Trama, trailer, recensione, curiosità sul film e un video del backstage.
Film: Ritorno al Futuro Parte II
Titolo originale: Back to the Future Part II
Nazionalità: USA
Anno: 1989
Durata: 108 minuti
Genere: Commedia; Fantascienza
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: Bob Gale
Fotografia: Dean Cundey
Musiche: Alan Silvestri
Scenografia: Rick Carter
Cast: Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Lea Thompson, Thomas F. Wilson, Elizabeth Shue, James Tolkan, Jeffrey Weissman, Billy Zane
Sequel di: Ritorno al Futuro
Prequel di: Ritorno al Futuro III
Disponibile in DVD
Trama
Dopo l’avventura nel 1955 Marty (Michael J. Fox) sta finalmente godendosi il ritorno a casa con la sua fidanzata e la quattroruote ma Doc (Christopher Lloyd) torna dall’anno 2015 e rivela a Marty che i suoi futuri figli sono in pericolo, così saltano insieme sulla DeLorean per salvare il futuro. Un cosetta da nulla. Ma al ritorno nel 1985 Marty e Doc scoprono che la realtà è inaspettatamente cambiata…e Biff è padrone di Hill Valley.
Trailer originale di Ritorno al futuro 2
Guardalo qui.
Recensione
Dopo l’exploit con il viaggio nel passato per vedere interagire figli e genitori, l’adolescente Marty, lo stralunato scienziato Doc e la mitica DeLorean trasformata in macchina del tempo tornano nel secondo capitolo della trilogia per una furtiva sortita trent’anni nel futuro.
Michael J. Fox e e Christopher Lloyd nel Futuro Alternativo
Da alcuni definito peggiore del primo, è invece un film da rivalutare soprattutto per sceneggiatura, montaggio, regia.
Al di là degli effetti speciali, originali e ben inseriti nei fotogrammi tanto da meritare una nomination agli Oscar, è un passaggio obbligato nella trilogia in quanto molto ben collegato col primo capitolo, di cui richiama svariate sequenze e inquadrature da nuove angolazioni regalandoci un bellissimo effetto da “dietro le quinte” , e punto di partenza per il terzo e ultimo capitolo, che una volta per tutte ribadirà la morale portante della trilogia: il futuro lo creiamo noi.
Ritorno al Futuro II e i Paradossi Temporali
Nonostante Ritorno al Futuro abbia un’anima prevalentemente da commedia, condita con una trama fantascientifica necessaria per giustificare l’obiettivo della sceneggiatura, Ritorno al Futuro parte II si presenta più focalizzato sul lato fantascientifico della storia, analizzandone maggiormente – e con una logica corretta e inattaccabile – gli imprevisti e gli effetti indesiderati dei viaggi nel tempo.
Se nel primo film l’obiettivo era immaginare come avrebbe reagito un adolescente degli anni ’80 messo a confronto coi genitori adolescenti negli anni ’50, stavolta si indaga sul cosa succederebbe se la macchina del tempo finisse in mani sbagliate. E così ecco che Biff passa dal ruolo comprimario di bullo anni ’50 tutto muscoli e niente cervello che vessa i deboli e molesta le ragazze, a vero fulcro della svolta temporale e temibile nemico dei McFly.
Hill Valley stavolta viene mostrata in tre scenari molto diversi, in cui l’unica cosa in comune è solo quel benedetto orologio che non cambia mai, con uno sforzo scenografico e costumistico all’avanguardia.
Hill Valley: Il Futuro che non c’era
Nel 2015 Michael J. Fox, alias Marty McFly, entrava nel bar 80s con schermi tv animati da camerieri digitali, tra cui un Michael Jackson virtuale, che interagivano con gli astanti, nelle strade enormi megaschermi trasmettevano pubblicità mentre il cinema invitava gli spettatori a vedere “Lo squalo 19” proiettandone una versione 3D all’aria aperta.
All’epoca quel futuro sembrava così lontano, fantascienza appunto.
Oggi non abbiamo ancora i vestiti autoasciuganti, né gli skateboard a levitazione magnetica e men che meno le auto volanti. Ma quando tempo fa ho notato nella stazione dei treni della mia città schermi sospesi che trasmettevano programmi preconfenzionati per i viaggiatori con telegiornalisti completamente creati e animati digitalmente che informano i passeggeri, ho avuto una strana sensazione di famigliarità.
Ed effettivamente Michael Jackson è morto nel 2009 anche se ormai era alquanto “pupazzato” dalle continue operazioni, perciò l’unico modo per resuscitarlo nel futuro sarà con una versione digitale…
Ritorno al Futuro 2 vs Ritorno al Futuro
Questo sequel può sembrare malfatto, contorto e invece è lineare e logico, perfino quando Doc si aiuta con la lavagna per spiegare allo spettatore (rappresentato da Marty) l’esigenza di tornare nel passato per eliminare la realtà “alternativa”. Non lo è e non appare per niente un film creato per riempire o sfruttare il successo della saga nata quattro anni prima confenzionan
do una “scatola piena di luccicanti pezzi da flipper“, come quella che Doc diede ai libici in “Ritorno al Futuro”, ma una scelta giustificata dallo scopo di illustrare in modo assai più convincente gli enormi paradossi che il viaggio nel tempo può creare. Uno dei paradossi ad esempio è che Marty è diventato un fallito proprio come lo era il padre nel primo film, perché tutti i famigliari sono cambiati dopo il suo intervento nel 1955 ma lui no. Era quindi necessario seminare dettagli per avviare poi anche il suo cambiamento, un tema che verrà approfondito in “Ritorno al Futuro III“
Il canovaccio è quello già noto allo spettatore e che ritornerà anche nel terzo capitolo: Marty salta nel tempo con la DeLorean, si incrocia con la sua famiglia e con Biff (o suo parente) a cui si oppone scatenando un inseguimento, inavvertitamente si crea un paradosso che rischia di distruggere la sua famiglia ed è necessario un altro salto per correggere la storia.
Un colpo di genio
Tutto porta ad un nuovo incrocio tra le due linee temporali e molto rifiniti sono montaggio e regia che da una parte hanno radunato ad una fantascientifica tavola le diverse versioni di Michael J. Fox, dall’altro hanno dovuto fare i salti mortali per riproporre sequenze già famosissime (il ballo “Incanto sotto il mare” o l’esibizione di Marty sulle note di Johnny B. Goode) ma da diversi punti di vista orchestrando l’intersecarsi dei Marty McFly in modo sorprendentemente pulito – regalandoci anche una gustosa interazione tra due Doc (“Chissà che non ci s’incontri nel futuro” – “Ci puoi scommettere“) – facendo venire il dubbio che rivedendo il primo film della trilogia si riescano a scorgere i doppioni.
Qualcuno ha decretato che riagganciarsi al primo film in maniera così serrata era il chiaro sintomo di mancanza di creatività, non accorgendosi che anche Doc fa notare la strana coincidenza dell’aver scelto proprio quella data senza darsi una risposta. Infatti il motivo ci viene spiegato dal dialogo tra i giovani Biff e Lorraine che si conclude col disprezzo di lei (“Non ti sposerei neanche se avessi un milione di dollari“) e di cui probabilmente pochi hanno colto l’ironia: proprio non vi è mai capitata una data in cui nonostante i vostri sforzi si sono affollati eventi importanti, appuntamenti e scocciature, da farvi trottare tutto il dì sospettando qualche coincidenza cosmica?
Commento Finale
Specularmente all’innocenza del 1955 con il fumetto immaginario “Tales from Spaces”, con questo sequel la trilogia si tuffa nel dark con un 1985 pieno di violenza (un far west del futuro…), scuole chiuse, magnati dello smaltimento rifiuti tossici, inquinamento e Nixon ancora alle prese col Vietnam (lo si legge sul retro del giornale che Marty tiene in mano), richiamando il fumetto dark “Watchmen” di Alan Moore e Dave Gibbons ma poi rifacendosi anche alla realtà alternativa oscura de “La Vita è meravigliosa” (1947, Frank Capra) – un film molto caro agli americani, dimenticato dagli italiani – riprendendola anche nella colonna sonora e nelle inquadrature. Gli appassionati dei vecchi film la ritroveranno infatti nei dialoghi Marty-Preside o Marty-Lorraine, nella scena al cimitero ma anche riconosceranno in Biff l’arido Potter e nella doppia Hill Valley la cittadina di Bedford/Pottersville.
Dal punto di vista recitativo una manna per gli attori Lea Thompson e soprattutto Thomas F. Wilson che sostengono caratterizzazioni diverse egregiamente consentendo al personaggio di Biff di acquisire spessore e per lo stesso Michael J. Fox che si quadruplica divertendosi.
Al cinema forse è più difficile digerire un sequel che termina con un “To be concluded” e qualche anticipo del terzo capitolo; i semi sparsi lungo le quasi 2 ore che conducono al seguito sono tanti, come gli accenni all’incidente di Marty, la scena del film western con Clint Eastwood, le abilità sparatorie di Marty col videogioco dei cowboy nel bar 80s, il desiderio di Doc di studiare “l’altro mistero dell’universo” e il suo rimpianto di non poter vedere il suo periodo preferito, il vecchio west ; sarà stata l’idea che un film debba per forza avere una fine di senso compiuto e così l’insoddisfazione di alcuni spettatori aumentò al pensiero di dover attendere un anno per concludere la trilogia. Ma in fondo la moda del cliffhanger (il gancio) non aveva già preso piede con “L’Impero colpisce ancora” (Star Wars) che terminava con Han Solo ibernato nella grafite?
Oggi però possiamo senz’altro passare subito al finale apprezzando meglio anche “Ritorno al Futuro II”, che parlerà del futuro …per altri 5-6 anni.
Per la serie: un film che non risente della maledizione dei sequel.
Voto personale: 10.0
Curiosità
- Come già “Ritorno al Futuro“, anche “La Vita è Meravigliosa” è inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere preservato
- Nella scena nel 2015 al bar 80s compare per la prima volta Elija Wood, il famoso Frodo de “Il Signore Degli Anelli”: è il piccolo bambino con la maglia rossa che assieme all’amichetto osserva Marty giocare col vecchio videogame dei cowboy
- Crispin Glover rifiutò di riprendere il ruolo George McFly, che quindi nelle nuove scene venne interpretato da Jeffrey Weissman
- Sia il doppiatore di Michael J.Fox che di Christopher Lloyd sono cambiati. Qui Michael J. Fox viene doppiato da Sandro Acerbo, come già nella serie “Casa Keaton”, mentre nel primo film era doppiato da Teo Bellia
- La espressione ricorrente di Doc, “Bontà Divina” (solo nel doppiaggio italiano), qui viene cambiata in “Grande Giove” che verrà mantenuta anche nel seguito
- Elizabeth Shue sostituisce Claudia Wells nel ruolo di Jennifer, la fidanzata di Marty
- Michael J.Fox/Marty McFly ha i capelli leggermenti più lunghi rispetto al primo film. Eppure in teoria
sarebbero passati solo pochi secondi dalla conclusione di “Ritorno al futuro parte I“
Backstage di Ritorno al futuro 2
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