Il secondo capitolo della trilogia “Pirati dei Caraibi” esplora le antiche leggende marinare riesumando l’Olandese Volante e il Kraken….
Trama, trailer, recensione e curiosità sul film.
Film: Pirati dei Caraibi: La Maledizione del Forziere Fantasma
Titolo originale: Pirates of the Carribean: Dead Man Chest
Nazionalità: USA
Anno: 2006
Durata: 150 minuti
Genere: Commedia; Avventura; In Costume; Fantasy
Regia: Gore Verbinski
Sceneggiatura: Ted Elliott, Terry Rossio
Fotografia: Dariusz Wolski
Musiche: Hans Zimmer
Scenografia: John Dexter
Cast: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Jack Davenport, Bill Nighy, Jonathan Pryce, Lee Arenberg, Stellan Skarsgård
Sequel de: La Maledizione della Prima Luna
Prequel di: Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo
Disponibile in DVD.
Trama
Jack Sparrow (Johnny Depp) e la sua nave, la “Perla Nera”, scorrazzano di nuovo in mare ma l’idillio sta per finire. Da una parte Davy Jones (Bill Nighy) al comando dell’Olandese Volante, reclama la sua anima, dall’altra Will (Orlando Bloom) e Elizabeth (Keira Knightley) lo cercano per comprarsi la libertà….
TRAILER PIRATI DEI CARAIBI: La Maledizione del Forziere Fantasma
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Recensione
La prima domanda che viene in mente è se la “maledizione” dei sequel avrà colpito anche qui. Sì. Vediamo perché.
COSA CAMBIA
Il primo sequel de “La Maledizione della Prima Luna” inizia proprio da dove termina il predecessore: Jack Sparrow è di nuovo in mare ma Will e Elizabeth rischiano la forca per averlo aiutato a scappare. Prosegue con un gioco delle parti, con capovolgimenti di ruolo (chi è che cerca di fregare chi?), il tutto corroborato dalla suggestione delle antiche leggende del mare che ne costituiscono la base portante.
Se nella precedente maledizione Jack non era coinvolto e poteva “spassarsela” a spese di Barbossa, qui ne è invece il soggetto e pertanto salta fuori un lato che era stato solo accennato, la codardia di un pirata o meglio il suo unico desiderio di vagare libero per i mari a capo della sua ciurma, che lo porta a giocarsi l’anima sua e dei suoi amici pur di essere lasciato in pace. Non c’è motivo di meravigliarsi per il suo comportamento, Sparrow non è mai stato un eroe, se lo sembrava nel primo film è solo perché cade sempre in piedi come i gatti.
La bruma sul mare che ne “La Maledizione della Prima Luna” era resa respirabile dalla fotografia, qui diventa così spessa da avvolgere tutto e tutti rendendo ogni nave una trappola che serra i personaggi in una scenografia claustrofobica portandoli verso il mostro degli abissi.
Il Kraken, perentorio mostro marino che sconquassa le navi attaccandole senza preavviso e protagonista assoluto di affascinanti miti, è qui arma di Davy Jones, cattivo di turno divenuto immortale e feroce per una delusione d’amore.
Se nel precedente film, il tema di base era la Maledizione (su Barbossa e la sua ciurma, ma anche su Will che aveva sangue di pirata), qui il tema principale è l’amore. Per amore Davy Jones divenne cattivo e feroce, per amore Will lo sfida, per amore – l’amore di un pirata chiaramente – Jack compie un passo falso che darà inizio ad una linea narrativa oscura che si concluderà soltanto nel terzo capitolo della trilogia.
“Pirati dei Caraibi: La Maledizione del Forziere Fantasma” è, come spesso accade quando si concepisce una trilogia, un film puramente di attesa, di passaggio strettamente connesso con il successivo perché ne pone le basi rischiando di scontentare chi si aspetta una storia di senso compiuto e ottimista, come fu nel primo film della trilogia.
Nella precedente Maledizione sotto sotto si intuiva che i nostri eroi non erano in pericolo, stavolta si dubita di loro: si tratta pur sempre di pirati e quando i propri interessi sono minacciati e ci si ritrova in balìa di un mare infido alla fine anche le persone perbene diventano un po’ pirati.
Una volta completata la trilogia si capirà che la sensazione di straniamento è dovuta al fatto che qui alcuni ruoli stanno dirigendosi verso un percorso che non è subito chiaro. Ma tutto ciò è fatto apposta. Bisogna per forza vedere anche il seguito.
I PUNTI DI FORZA DE LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA
Vi sono piaciuti i paesaggi selvaggi de “La Maledizione della Prima Luna”? In questo secondo capitolo alla fredda oscurità del mare e all’atmosfera cupa da “La Ballata del Vecchio Marinaio” si contrappongono panorami caraibici da urlo, con aria limpida, sabbia bianca, fine e acque talmente cristalline da invogliare un bel tuffo: vale la pena di vederlo anche solo per questo. Qui il video che spiega dove è stato girato Pirati dei Caraibi 2
Nonostante la linea “dark” non mancano momenti comici, che anzi qui sono più intensi e curati con coreografie tanto spettacolari che ci si chiede come abbiano fatto a concepirle, ma servono solo ad allungare il brodo e consentire ai bambini di divertirsi e ritardare l’appuntamento col Destino, che giungerà puntuale come nei migliori racconti horror del mare tramandati oralmente. Sempre di pregio gli effetti speciali, non più al chiaro di luna ma nel pieno sole tropicale: il solo coordinamento di tutti i tentacoli facciali di Davy Jones sembra nulla ma richiede un’animazione molto curata per non creare un movimento prevedibile.
Gli ingredienti pirateschi ci sono anche nel sequel ma se ne evidenzia il lato minaccioso più che gli innocui usi e costumi: patti diabolici, anime in gioco, mostri marini, creature del mare, navi smarrite nella nebbia. Il mare visto come occasione di fuga dal dolore ma anche come fonte di vita eterna.
Perciò non ve la prendete troppo quando scoprirete la sorpresina finale, che conforterà chi si sarà sentito tradito dalla cupezza della storia e farà esclamare un sonoro “Ohhh” di meraviglia ai piccini. Perché non dimentichiamo che la Disney pensa prima di tutto al divertimento dei bambini, infatti molti particolari richiamano un parco divertimenti, dal tiro al bersaglio (Sparrow che lancia una noce di cocco su una creatura del mare che corre), ai tronchi che sfrecciano tra gli spruzzi d’acqua (la ripresa alle spalle di Davy Jones mentre l’Olandese Volante si inabissa), alla ruota panoramica (il duello sulla ruota del mulino), fino alle stesse montagne russe (le gabbie sferiche che dondolano su e giù nel vuoto).
I DIFETTI DI PIRATI DEI CARAIBI 2
Una eccessiva lunghezza, alcune forzature nella trama e passaggi non propriamente chiari; la storia è monca per forza di cose, l’alternativa era conglobare i due sequel in un solo film dalla lunghezza enciclopedica: impensabile. I puristi e i rigorosi potrebbero non apprezzare la commistione tra i diversi miti del mare, che proprio non sarebbero collegabili. Ma per come cambiavano i racconti da voce a voce chissà se a quel tempo qualche pirata non abbia descritto così l’Olandese Volante. A confondere il tutto una mancanza di notorietà della leggenda di Davy Jones, che dà un senso di estraneità al personaggio nonostante l’accostamento con un mito più famigliare come l’Olandese Volante.
Si tratta di un film che va valutato in prospettiva, perché porta unicamente i semi che sbocceranno in “Pirati dei Caraibi: Ai confini del Mondo” definendo i nuovi ruoli.
La critica lo ha affossato, probabilmente ingannata dall’atmosfera gotica si attendeva contenuti più profondi del mare stesso, ma da una trilogia nata da una attrazione Disneyland con una parodia di pirata perché improvvisamente aspettarsi qualcosa di più di un giro nel tunnel delle streghe? Penso fosse proprio questo l’obiettivo visivo del film.
Johnny Depp: oramai rodato il personaggio, il suo sguardo complice e seducente si amplifica a dismisura al passo con la colonna sonora notevole, fino alla scena topica in cui sussurra all’orecchio della Knightley un sensualissimo “Piratessa”.
Orlando Bloom: Nonostante la rockstar del settecento Jack Sparrow la faccia da padrone, la sua sottotrama precedentemente accennata inizia a muoversi in maniera interessante sviluppando intelligentemente un particolare.
Keira Knightley: Orgogliosissima nel ruolo di una Elizabeth che ha imparato che la pirateria è qualcosa di più di un “parlée“, ingaggia un duello di sguardi con Depp, tra lo schifato e l’impertinente, ed è un piacere guardarli recitare in coppia.
Bill Nighy: con Davy Jones, costretto per l’intero film ad apparire col volto coperto dagli effetti digitali, si ritorna ai classici cattivi e vi farà rimpiangere il simpatico Barbossa…per un bel po’.
Per la serie: A cosa arriva un pirata per avere una nave.
Voto personale: 7.5
Curiosità
- Oscar 2007 per i migliori effetti speciali
- Anche stavolta alla fine dei titoli di coda vi è una scena supplementare
- Nella scena finale non era stato detto agli attori chi sarebbe apparso, per riprendere reazioni più autentiche>
- Davy Jones è un personaggio di una leggenda marinara del 1700; il suo scrigno indica il fondo del mare, dove riposano gli annegati.
- Il nome di Davy Jones appariva già negli anni ’90 nel videogioco Il segreto di Monkey Island, con cui la trilogia ha molto in comune.
- Anche il Kraken , mostro marino che affondava le navi dei pirati e dei rinnegati, deriva dalle leggende marinare del 1700
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